da: Cosmologia moderna e cosmologie tradizionali |
di Raimon Panikkar Abbiamo relativizzato tutte le concezioni del mondo appartenenti al passato; parliamo dell'universo degli aztechi o della cosmologia indù, e gli antropologi descrivono alla perfezione come ogni cultura si costruisce il mondo in cui vive. Sembra tuttavia che l'uomo moderno non voglia applicare questo criterio a se stesso: quando si tratta della scienza attuale, la si assolutizza e se ne fa il metro con cui giudicare tutte le altre cosmovisioni, considerandola come un'acquisizione definitiva dello spirito umano. La nostra tesi è che né la scienza né la tecnologia moderne costituiscono un invariante culturale: non sono neutre né universali, e quindi nemmeno universalizzabili senza una distruzione delle altre culture. Relazione presentata al IV Colloquio intercontinentale di antropologia in-sistenziale sul tema: Entwicklung zur Menschlichkeit durch Begegnung estlicher und òstlicher Kultur (Sviluppo della dimensione umana attraverso l'incontro fra cultura occidenta-le e orientale), Università di Bamberg, 1-6 settembre 1986. |