Costruire ponti interculturali. |
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ChocoSol Horizontal Traders alla ricerca di un guado per andare oltre il modello del commercio equo di Michael Sacco Il cioccolato che fabbricavamo e vendevamo come espressione della nostra comunità e del nostro lavoro con una tecnologia solare diventò lo strumento per costruire un ponte interculturale fra il Sud del Messico e il Sud dell’Ontario. Ma il cioccolato non è la salvezza del mondo. Per noi è un simbolo, ma un simbolo che dobbiamo combinare con le speranze che facciamo crescere localmente. In ogni caso, il cioccolato fu lo strumento che ci fece partire e permise che le cose si mettessero in moto. Il nostro cioccolato era espressione di un’alternativa al libero commercio, e nello stesso tempo ci indusse a cercare un guado per uscire anche dal modello del commercio equo. Lo chiamavamo commercio orizzontale e lo presentavamo come un commercio diretto (azione diretta), ma approssimativamente si trattava di un commercio trans-locale e di relazioni fra comunità come alternativa alla globalizzazione e alle forze impersonali dei mercati (dall’articolo di Michael Sacco). Michael Sacco ha conseguito un diploma di master in Scienze ambientali all’Università di York ed è associato all’Universidad de la Tierra di Oaxaca, in Messico. È interessato agli studi sul dopo-sviluppo, sui movimenti sociali e sulle energie alternative. Ha trovato in Gustavo Esteva un «maestro». Per condividere l’esperienza di quest’ultimo si è recato ad Oaxaca, dove con alcune comunità indigene ha progettato e costruito un forno solare, attualmente utilizzato da un certo numero di produttori locali per la torrefazione dei semi di cacao. Ha fondato la cooperativa ChocoSol di cui si parla in questo articolo.
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