Fare ‘comunella’ per riappropriarsi dei beni comuni |
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a cura della Associazione Re:Common* - Stato. Abbiamo un problema
- Un nuovo diritto dei beni comuni?
- Quale forma di proprietà?
- Abbattere le concentrazioni e ridistribuire il potere
- Praticare i beni comuni e gestire la conflittualità con uno Stato repressivo
* L’associazione Re:Common ha raccolto il testimone dalla Campagna per la riforma della Banca mondiale (CRBM), rinnovando il suo impegno a sottrarre al mercato e alle istituzioni finanziarie private e pubbliche, come Banca mondiale e Banca europea per gli investimenti, il controllo delle risorse naturali, restituendone l’accesso e la gestione diretta ai cittadini tramite politiche di partecipazione attiva. Politiche che devono facilitare la nascita di nuovi meccanismi per il finanziamento pubblico dei beni comuni a livello nazionale e globale. Lo strumento utilizzato per raggiungere questi obiettivi così fondamentali per il futuro del Pianeta è quello delle campagne pubbliche contro la finanziarizzazione della natura e per una gestione democratica dei beni comuni, che Re:Common promuove in maniera diretta e a cui partecipa sostenendo l’attività dei movimenti sociali in Italia e nel resto del mondo. Il testo che pubblichiamo è tratto dalla prima parte del cap. 4 del libro Non è tutto verde quel che luccica, a cura di Re:Common, edito da Altreconomia, Milano, settembre 2012.
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