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In evidenza

 
Venerdì 19 maggio 2017 ore 20.45
presso il Centro Natura - Sala del camino

via degli Albari 4/a - Bologna

 

collana InterCulture
già rivista dell’Istituto Interculturale di Montreal

presentazione del volume:

Vie di pace
 
intervengono:
Arrigo Chieregatti
direttore della collana

Antonio Genovese
pedagogista
 
Pace è consuetudine e scambio di vita fra gli uomini:
dalla famiglia al clan, al popolo, alla moltitudine delle genti.
Un cammino faticoso, perché l'uomo trova difficile
non mettersi al primo posto
considerando gli altri come vassalli.
Molte sono le vie della pace.
Questo volume ne esplora alcune.

 
scarica il programma dettagliato
 
Una Rete per la promozione di alternative culturali allo sviluppo PDF Stampa E-mail

di Kalpana Das

Sebbene la dimensione internazionale abbia sempre caratterizzato la filosofia e l’azione dell’Istituto Interculturale di Montréal (IIM), questo aspetto del nostro lavoro ha trovato la sua espressione concreta in una rete (o forum) internazionale, il Riac(d) (Réseau International pour des Alternatives Culturelles au Développement), in inglese Inca(d) (International Network for Cultural Alternatives to Development).
Il Riac(d) ha preso forma negli anni ’80 attraverso un processo graduale di interazione e di collaborazione fra la direzione dell’IIM (Robert Vachon e Kalpana Das) e la maggior parte dei membri della rete. Si è formalmente costituito nel 1990 come programma dell’IIM, e nel 1992 tutti i membri sono stati invitati a radunarsi in occasione di un convegno internazionale organizzato dall’IIM sul tema «Vivere con la Terra: uno sguardo interculturale sullo sviluppo sostenibile».
I membri del Riac(d) sono attivisti, ricercatori, studiosi di scienze sociali, operatori di base, critici dello sviluppo e filosofi provenienti da varie parti del mondo e impegnati nella ricerca di alternative. In sintesi, gli obiettivi della Rete sono i seguenti:

  • fare un’analisi critica dello «sviluppo» e del suo impatto sulle società umane e sulla natura;
  • condurre una ricerca-azione sui saperi e sulle pratiche endogene (locali e culturali) delle micro-comunità sparse per il mondo;
  • cercare alternative attraverso il dialogo interculturale.

Nel 2000 è stato realizzato in India un secondo convegno sul tema «Sapere e mezzi di sostentamento (Livelihood) nel contesto della globalizzazione», con particolare riferimento all’area geopolitica e culturale dell’Asia del Sud. In seguito sono stati effettuati incontri regionali della rete, oppure alcuni membri di varie parti del mondo hanno organizzato eventi e promosso iniziative nelle rispettive regioni, invitando gli altri membri a partecipare. A partire dal 2002 è diventato estremamente difficile continuare ad organizzare incontri o eventi internazionali che radunassero tutti i membri, sia per la scarsità di forze umane disponibili, sia per la ridotta possibilità di ottenere un sostegno finanziario per attività considerate «non convenzionali» e «alternative».

Identità del Riac(d)
Al Seminario regionale del Riac(d) Americhe del 2001, i membri presenti sono stati invitati a riflettere sull’identità e sugli ideali della rete. Nel corso di quell’incontro la coordinatrice del Riac(d), Kalpana Das, ha aperto la sessione di riflessione dicendo: «Quello che ci proponevamo era la creazione di un forum, anche se il nome del gruppo fa pensare che si tratti di una “rete”». La parola «rete» può indurre in errore a causa dell’esistenza di molte «reti» che funzionano strutturalmente in un modo che non è quello scelto dall’IIM e dai membri del Riac(d). Non volevamo creare un’organizzazione separata dall’IIM. Si trattava piuttosto di una delle attività dell’IIM, avviata per avere la possibilità di entrare in rapporto con persone che propongono visioni «dissidenti» sulla situazione mondiale e di intraprendere un cammino di riflessione e di azione a livello internazionale, andando al di là del contesto locale e nazionale del Quebec e del Canada. Due erano gli obiettivi generali: fornire ai membri del gruppo un «forum» per mettere in comune le proprie esperienze e scoperte; favorire una collaborazione attiva fra i membri per promuovere attività di ricerca(riflessione)-azione nel campo delle alternative allo sviluppo e della solidarietà interculturale.
Nell’incontro del 1992, i membri avevano ribadito l’idea di un forum più che di una rete e avevano auspicato che il Riac(d) fosse uno spazio in cui le credenze, le idee e i concetti potessero confluire in una dinamica di sinergia invece che di opposizione. Nel 2000 avevano fatto affermazioni analoghe, definendo il Riac(d) come «un luogo di libertà di pensiero e uno strumento per suscitare una presa di coscienza e per condividere esperienze umane».
Uno dei membri attivi del Riac(d), proveniente dal Messico, aveva aggiunto: «Il Riac(d) è un’unica agora pluralistica nel senso tradizionale del termine, perché è un raro ma autentico forum multiculturale e pluralistico attivamente impegnato nel discutere la nozione di pluralismo. È diverso da altri forum perché agisce come un’“amaca” che sostiene le iniziative messe in atto da culture che cercano di difendersi dallo sviluppo».
È stato un vero sforzo collettivo quello che ci ha portati a creare lo spazio chiamato Riac(d) e a renderlo fertile di intuizioni fondamentali, di nuove idee e azioni, allo scopo di raggiungere i nostri obiettivi. Uno spazio in cui ci raduniamo per discutere e affinare le nostre idee, per imparare dalle reciproche esperienze radicate nei nostri rispettivi contesti culturali e per trovare modalità diverse di tradurre in azione le nostre idee e i nostri ideali. Il pluralismo e l’interculturalità sono le due nozioni fondamentali che guidano il Riac(d). I membri del gruppo non solo provengono da regioni diverse del mondo, ma portano il contributo di una diversità di pensieri e di esperienze. All’interno del Riac(d) ci sono tre correnti di pensiero: la critica dello sviluppo, lo sviluppo alternativo e le alternative culturali e interculturali allo sviluppo.

Il Riac(d) e la rivista Interculture
Come dicevamo più sopra, sta diventando sempre più difficile radunarsi dai quattro angoli del mondo. Per questo dobbiamo trovare altre vie per mantenere i rapporti e nutrire reciprocamente le nostre idee e i nostri ideali. È interessante ricordare che la collaborazione fra alcuni dei membri del Riac(d) e l’IIM è iniziata sulle pagine della nostra rivista. Nella difficile situazione in cui ci troviamo, la rivista sembra fornire una risposta. È nostra intenzione fare di queste pagine di Interculture uno spazio in cui continuare a mettere in comune i nostri nuovi modi di pensare e le nostre iniziative nelle rispettive aree culturali, dialogando al di là delle frontiere geografiche e culturali. In questa sezione della rivista daremo spazio a informazioni sulle varie iniziative, a resoconti di eventi e attività e a brevi articoli dei membri del Riac(d), continuando in tal modo a perseguire i suoi obiettivi.