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In evidenza

 
Venerdì 19 maggio 2017 ore 20.45
presso il Centro Natura - Sala del camino

via degli Albari 4/a - Bologna

 

collana InterCulture
già rivista dell’Istituto Interculturale di Montreal

presentazione del volume:

Vie di pace
 
intervengono:
Arrigo Chieregatti
direttore della collana

Antonio Genovese
pedagogista
 
Pace è consuetudine e scambio di vita fra gli uomini:
dalla famiglia al clan, al popolo, alla moltitudine delle genti.
Un cammino faticoso, perché l'uomo trova difficile
non mettersi al primo posto
considerando gli altri come vassalli.
Molte sono le vie della pace.
Questo volume ne esplora alcune.

 
scarica il programma dettagliato
 
Progetti di ricerca-azione e attività dell'IIM PDF Stampa E-mail

Progetti in corso 

di Kalpana Das

Attualmente l’Istituto sta realizzando due progetti di ricerca-azione dedicati ai problemi di identità dei giovani nel contesto della diversità culturale, razziale e religiosa. Li presentiamo brevemente qui di seguito, illustrando le problematiche di fondo collegate alla questione dell’identità dei giovani così come vengono percepite da loro nella scuola e nell’ambiente sociale in genere. Il primo progetto concentra l’attenzione sulla dimensione religioso-spirituale della costruzione e dell’articolazione dell’identità dei giovani nella scuola, mentre il secondo prende in considerazione le varie conseguenze psico-sociali del «malessere identitario» o dei conflitti di identità vissuti dai giovani, con particolare riferimento agli immigrati e a coloro che appartengono alle comunità etnoculturali.

1. «Giovani, identità e religioni: il ruolo della scuola»
In un contesto di «deconfessionalizzazione» del sistema scolastico e di crescente diversità, in che modo le scuole del Quebec possono prendere in considerazione in maniera positiva la dimensione religiosa e spirituale nel processo di costruzione dell’identità degli alunni provenienti da ambienti religiosi e culturali diversi? Il progetto si propone di esplorare questa problematica.
A tale scopo sono state programmate varie attività complementari, concepite in modo da coinvolgere in un processo di dialogo tutti gli interessati (studenti, insegnanti, genitori, leader religiosi). Per mancanza di fondi abbiamo dovuto ridurre il numero delle attività inizialmente programmate.

1.1 Produzione di un video didattico
Il lavoro di raccolta e video-registrazione delle varie opinioni sullo spazio da dare alla dimensione religiosa e spirituale nella scuola, realizzato attraverso interviste ad alunni, insegnanti e genitori, è già stato portato a termine. Lo scopo era quello di raccogliere opinioni personali contrastanti, espresse da persone appartenenti a tradizioni religiose diverse (atei compresi), e di utilizzare il video come strumento per suscitare un dialogo fra gruppi di alunni così come fra insegnanti e altre figure professionali che lavorano nella scuola.

1.2 Forum degli alunni
Con l’aiuto del video, verrà organizzato un forum per trattare le seguenti questioni:

a) il ruolo della spiritualità e della religione nella vita degli alunni; il modo in cui gli alunni percepiscono le altre religioni;

b) il ruolo che la scuola dovrebbe svolgere per quanto riguarda la questione della spiritualità e della religione.


1.3 Dialogo fra insegnanti e genitori
Insegnanti e genitori verranno invitati a un incontro in cui si discuterà sul ruolo della religione e della spiritualità nel processo di costruzione dell’identità personale dei bambini e dei giovani e su come integrare la dimensione religiosa e spirituale nel contesto scolastico, tenendo conto della diversità culturale e religiosa.
Il Forum degli alunni e l’incontro insegnanti-genitori sono previsti per il mese di aprile 2006.

2. «Il conflitto di identità fra i giovani delle comunità etnoculturali di Montréal: un progetto per sviluppare le risorse comunitarie»
Da molto tempo l’IIM si interessa dei giovani e dei bambini in generale, dal punto di vista della loro educazione, allo scopo di prepararli a vivere in una società pluralistica come membri responsabili della propria famiglia, della propria comunità e della società nel suo insieme. Ma i bambini e i giovani appartenenti al mondo dell’immigrazione e alle comunità etnoculturali di Montréal o del Quebec richiedono un’attenzione particolare a causa dell’esperienza di immigrazione vissuta da loro e/o dalle loro famiglie, con il conseguente ingresso in un ambiente socio-culturale a volte radicalmente diverso da quello che è loro familiare.
Una delle principali caratteristiche dell’esperienza di immigrazione in qualsiasi società occidentale è la difficoltà in cui viene a trovarsi ogni famiglia di fronte al problema dell’educazione dei figli, letteralmente stretti fra due mondi culturali, quello della famiglia e quello della società occidentale moderna che li ospita.
Per affrontare questo problema, l’IIM ha realizzato a partire dal 1972 molte attività di educazione interculturale rivolte ai bambini e ai giovani. Col passare degli anni un’altra realtà ha cominciato a venire alla luce, quella dell’adattamento (o del disadattamento) psico-sociale degli adolescenti nelle comunità di immigrati. Ciò ha indotto l’IIM a intraprendere, a partire dal 1998, diversi progetti di ricerca-azione, i cui risultati si collocano alla base del progetto attualmente in corso. Una delle principali conclusioni che ne abbiamo tratto è che il conflitto di identità culturale fra i giovani delle comunità etnoculturali di Montréal è un’esperienza molto diffusa, a un livello psico-sociale profondo, e che questo a sua volta è fonte di molti conflitti in seno alle famiglie e alla società ospitante. Inoltre tali conflitti spingono i ragazzi a incorrere nel rischio di sviluppare comportamenti anti-sociali che possono anche sfociare nella criminalità.
Concentrando l’attenzione sul conflitto di identità, o meglio sul «malessere identitario», il progetto mira all’acquisizione di una conoscenza più approfondita di questo complesso problema e intende coinvolgere i giovani, i genitori, i leader delle comunità, gli animatori e i servizi sociali nella ricerca di modi per aiutare i giovani, soprattutto elaborando strategie di prevenzione delle situazioni di crisi con la collaborazione di tutti gli interessati.
La prima fase del progetto si è svolta nel 2004. Una serie di pubblici dibattiti è stata organizzata in quattro comunità prescelte: haitiana, latinoamericana, cinese e canadese francofona del Quebec. Questi dibattiti hanno coinvolto i giovani, i genitori, gli operatori di base e i leader di ciascuna comunità. I temi trattati sono stati i seguenti: conflitto di identità ed emarginazione nell’esperienza dei giovani; relazioni familiari; esperienze di immigrazione vissute dagli adulti; risorse di sostegno disponibili; strategie di prevenzione.
Una prima analisi di questi dibattiti ha dato i seguenti risultati:

a) Si osserva fra i giovani la presenza di un problema che può essere definito come un conflitto di identità o un «malessere identitario».
b) Questo conflitto di identità si manifesta là dove si intersecano identità molteplici, duplici sistemi di valori, modelli culturali di riferimento contrastanti e situazioni estremamente difficili, vissute a volte dai giovani che abbiamo incontrato.
c) Tenuto conto di tutto ciò, i giovani e gli adulti che hanno partecipato ai dibattiti sono stati concordi nell’esprimere i seguenti bisogni:
i) coinvolgimento delle diverse reti di persone e di istituzioni che hanno a che fare con la loro vita, cioè famiglia e amici, leader delle comunità, animatori, operatori sociali e organismi vari, pubblici servizi ecc.;
(ii) mobilitazione e sensibilizzazione di questa rete per una più efficace prevenzione dei comportamenti antisociali che conducono al crimine, e anche per l’elaborazione di migliori strategie di intervento nei confronti dei giovani che già si muovono verso zone «a rischio».

Il rapporto relativo a questo progetto è disponibile presso l’IIM. Attualmente stiamo lavorando alla realizzazione della seconda fase (anni 2005-2006).

Programmi realizzati
di Kalpana Das

Quello che segue è un resoconto di alcune delle attività che sono state realizzate negli ultimi dieci anni. In questo modo vogliamo dare al lettore un’idea dei problemi sociali contemporanei che l’IIM ha analizzato attraverso vari programmi e attività (conferenze pubbliche, seminari, convegni, laboratori di formazione interculturale ecc.).

1. Una serie di seminari su «Pluralismo e società: posizioni alternative» (1997)
La questione del «pluralismo» si trova al centro di moltissimi dibattiti socio-politici, culturali e religiosi in tutte le parti del mondo. Possiamo affrontare la questione come un problema da risolvere, come un ideale da raggiungere nella società o come una realtà da riconoscere e celebrare. Comunque stiano le cose, oggi non è possibile sottrarsi alle sfide del pluralismo.
Per cercare di comprendere la profondità e la portata di questa antica realtà sociale nella sua complessità contemporanea, l’IIM ha organizzato una serie di seminari e di tavole rotonde. L’obiettivo fondamentale era quello di ascoltare altre voci per controbilanciare il discorso oggi predominante e generalizzato sul pluralismo. Elenchiamo qui di seguito i temi e gli argomenti trattati in questi seminari.

1.1 «Pluralismo in Quebec»
Le tematiche discusse nel corso del seminario sono state: «Pluralismo, un dialogo fra visioni diverse»; «Identità e pluralismo»; «Pluralismo: un esame critico degli approcci socio-politici e dei termini/concetti attualmente utilizzati in Quebec o in Canada».

1.2 «Il pluralismo secondo la visione delle “prime nazioni” del Canada»
Uomini e donne di varie nazioni autoctone sono stati invitati a presentare il loro punto di vista sulla questione. Questo seminario voleva offrire la possibilità di entrare in contatto con le esperienze e le idee che provengono da un contesto sociale molto diverso da quello ufficiale del Quebec o del Canada (ad esempio, quello di Turtle Island). Per suscitare nei partecipanti la consapevolezza del fatto che esistono visioni del mondo diverse, la giornata è stata organizzata secondo la tradizione indigena del «cerchio», con cui vengono prese le decisioni importanti che riguardano la comunità. Ciò ha permesso di fare l’esperienza di un altro ritmo, non lineare, del tempo e dello spazio.

1.3 «Tavola rotonda sul pluralismo a livello di base»
Lo scopo era quello di andare al di là del discorso ideologico per prendere coscienza delle esperienze di vita quotidiana in una società pluralistica, delle difficoltà che si incontrano e dei successi che si ottengono. Quali sono le preoccupazioni delle persone di comunità diverse, o quali sono i problemi che devono affrontare? Come vivono nella diversità? Come vedono il pluralismo e quali sono le loro responsabilità come singoli, come famiglie, come leader di comunità o come operatori? Queste le domande che sono state proposte per avviare la discussione.

2. Un pubblico dibattito sui movimenti di resistenza ai progetti di costruzione delle grandi dighe (Quebec e India) (1997)
Le esperienze di resistenza al progetto idroelettrico nel territorio dei Cree in Quebec (la grande diga sul fiume Great Whale nella James Bay) e l’opposizione non violenta al progetto per la valle della Narmada, in India, sono state presentate attraverso la proiezione di due film su quelle situazioni, alla presenza dei registi. Il confronto delle due esperienze è stato molto istruttivo e molto utile ai fini di una presa di coscienza dell’impatto di questi progetti di sviluppo sull’ambiente naturale e sull’ambiente socio-culturale delle comunità, a breve e a lungo termine.

3. Seminari su «Pluralismo e identità» (1998)
Sono stati organizzati due seminari per riflettere sull’argomento a partire dalle prospettive dell’universo mitico di culture diverse e dalle esperienze storiche concrete di società differenti. Lo scopo era prendere coscienza degli ostacoli ontologici di fondo alla comprensione reciproca per ciò che riguarda la questione dell’identità in un mondo e in una società pluralistica.

3.1 «A proposito di identità: diversità di universi linguistici»
Nel mondo ci sono più di settemila lingue che ci rimandano a una diversità di cosmovisioni, a rappresentazioni differenti che non sono riducibili l’una all’altra, così che ogni traduzione rischia di essere un tradimento. Per evocare questa irriducibilità e per analizzare gli sforzi che è necessario compiere per stabilire dei legami fra questi diversi mondi culturali, abbiamo chiesto a esponenti delle nazioni autoctone e a persone che appartengono ad altri ambiti culturali (occidentale, nordamericano, africano e asiatico) di portare il loro contributo alla riflessione.

3.2 «La nostra società: ibrida o pluralistica?»
Per continuare la nostra riflessione sulla natura della società del Quebec, che sta diventando sempre più complessa in termini di composizione culturale, religiosa, etnica e razziale, abbiamo analizzato due nozioni: quella di «società ibrida» e quella di «società pluralistica». L’esistenza delle nazioni autoctone viene il più delle volte ignorata nei dibattiti sull’identità del Quebec. Invitando quattro relatori di diversa estrazione (un autoctono, un meticcio e due canadesi di origine europea, uno appartenente alla comunità anglofona e uno a quella francofona) abbiamo avviato un dialogo sulle questioni legate ai rapporti storici fra questi gruppi: potere e relazione gerarchica fra i gruppi; il ruolo della «matrice culturale» o del sistema di riferimento di ogni gruppo nella rigenerazione e nella ricostruzione delle rispettive identità e nel rapporto con l’«altro»; il processo di integrazione fra la propria realtà e quella dell’altro. Durante la discussione è emerso un punto molto controverso: la nozione di «ibridazione» è stata contestata dai relatori indigeno e meticcio, che la vedevano come un’altra strategia di eliminazione della loro esistenza.

4. Due settimane di formazione interculturale sul tema: «La diversità culturale per il cambiamento sociale» (1999)
La diversità culturale è un problema da gestire o una fonte di nuove conoscenze e nuove prassi? Questo interrogativo è stato al centro di un corso di formazione interculturale della durata di due settimane, proposto a tutti coloro che devono affrontare quotidianamente il problema nei luoghi di lavoro. La struttura del programma teneva conto della dinamica locale e globale. Gli obiettivi erano:

  •   infondere una filosofia interculturale;
  •   operare una valutazione critica delle politiche sociali per quanto riguarda la diversità culturale, religiosa e razziale;
  •   fornire competenze teoriche e pratiche per lavorare con le differenze culturali;
  •   cercare alternative per l’azione sociale e le sue pratiche.

Il corso era stato programmato per le seguenti categorie di persone: animatori di centri ricreativi e movimenti sociali; animatori e operatori di organizzazioni che si occupano delle minoranze, a livello etnoculturale e interculturale; operatori sociali e professionisti che operano nel campo della salute mentale e dei servizi sanitari; educatori e personale scolastico; persone che lavorano nell’ambito della cooperazione internazionale e dei diritti umani; donne che lavorano nelle organizzazioni femminili; operatori dei servizi alle famiglie, agli anziani e ai minori.
Il corso comprendeva seminari, gruppi di lavoro e tavole rotonde. I temi e gli argomenti erano molto diversi: «interculturalizzare» l’interculturalismo; pluralismo e pratiche sociali in Quebec: sguardo d’insieme; pratiche alternative nel campo della salute mentale in Quebec; resistenza di base alla globalizzazione; la clinica transculturale dell’ospedale Jean Talon: un modello di psichiatria alternativa; trasmissione della conoscenza e modalità di apprendimento nelle diverse culture: una sfida al sistema scolastico; ecc.

5. Un convegno su «Democrazia: nuove nozioni, nuove pratiche e la sfida del pluralismo culturale» (1999)
La realtà di oggi è segnata dal processo di omogeneizzazione di un mondo che è essenzialmente pluralistico. In tale contesto gli attori sociali e i pensatori continuano a riflettere per trovare risposte giuste ed eque alle sfide presentate da questo fenomeno. Molti sembrano focalizzarsi sulla democrazia come possibile risposta. Il convegno si proponeva di attivare una discussione sulle questioni relative alla democrazia, come ad esempio: che cos’è la democrazia? l’unico modo di concepire e praticare la democrazia è quello moderno/occidentale? la democrazia è un valore universale? ci sono altre forme di organizzazione politica e sociale oltre alla democrazia?