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In evidenza

 
Venerdì 19 maggio 2017 ore 20.45
presso il Centro Natura - Sala del camino

via degli Albari 4/a - Bologna

 

collana InterCulture
già rivista dell’Istituto Interculturale di Montreal

presentazione del volume:

Vie di pace
 
intervengono:
Arrigo Chieregatti
direttore della collana

Antonio Genovese
pedagogista
 
Pace è consuetudine e scambio di vita fra gli uomini:
dalla famiglia al clan, al popolo, alla moltitudine delle genti.
Un cammino faticoso, perché l'uomo trova difficile
non mettersi al primo posto
considerando gli altri come vassalli.
Molte sono le vie della pace.
Questo volume ne esplora alcune.

 
scarica il programma dettagliato
 
Alla scoperta della cultura Mohawk - cronache da un viaggio in Canada PDF Stampa E-mail
di Chiara Serra

Il viaggio in Canada è stato un modo, oltre che per incontrare e visitare la redazione dell’IIM di Montréal, per sperimentare l’intercultura. Alle due giornate iniziali dedicate alla discussione sui temi del pluralismo, dell’intercultura e del significato dell’approccio interculturale dell’IIM, è seguita una settimana (27 giugno-3 luglio) di incontri e di studio sul tema “Una prospettiva indigena: cultura, identità e visione politica” del popolo mohawk. Accompagnati da alcune personalità autorevoli delle comunità mohawk locali, come educatori e presidi di scuole native e un custode della fede, abbiamo cercato, anche se per pochi giorni, di immergerci, di porci all’ascolto, di assaggiare la cultura di una delle sei nazioni irochesi. I Mohawk sono una popolazione nativa del nord America, stanziata nella regione che si estende tra l’odierno Stato di New York e il Canada. Caratterizzati da un sistema matrilineare, in base al quale sono le donne, o meglio le madri a scegliere i capi, hanno dato origine, nella seconda metà del 1500, alla Confederazione delle Cinque Nazioni Irochesi,1 che è poi stata il modello dal quale è nato il nucleo iniziale del sistema di governo americano.
Qui è possibile accennare solo ad alcuni degli aspetti più significativi della cultura mohawk. Innanzitutto l’importanza dell’armonia: nel processo decisionale è privilegiato il raggiungimento del consenso unanime (one mind), senza il quale non vale la pena di prendere alcuna decisione. Quest’armonia, o assenza di divisione tra i vari aspetti dell’esistente, permea tutto: non c’è frattura tra la dimensione spirituale e quella materiale, così come non si può parlare della spiritualità mohawk senza toccare la sfera sociale, politica e il rapporto con la Madre Terra. Uno dei simboli fondamentali della cultura mohawk è il cerchio della vita, il cerchio cosmico che racchiude e comprende ogni cosa, gli uomini come le stelle del cielo, le piante e gli animali come gli «spiriti» e il Grande Spirito: ogni essere ha il suo posto, nulla e nessuno ne è escluso. Non ci sono divisioni, tutto è interconnesso: la frontiera è infatti il luogo «dove i due stanno insieme», uno accanto all’altro (come nel wampum a due vie), ciascuno con le proprie specificità e caratteristiche, ma nel rispetto reciproco, proprio perché a ognuno il Creatore ha assegnato un posto, una funzione. I capi non sono capi come li intendiamo noi, non hanno il potere bensì l’autorità, sono coloro che sanno ascoltare e che hanno la conoscenza e la saggezza per parlare della Grande Legge della Pace, che non è scritta dall’uomo e non può mai essere completamente espressa dalla parola umana o dalla scrittura. Nessuno l’ha inventata, nessuno la possiede, nessuno può fissarla e dirla fino in fondo.
Per noi occidentali, imbevuti di cultura razionalistica, è molto difficile «affidarci» e «accettare» il Grande Mistero che è alla base del cerchio della vita. Siamo stati accompagnati alla scoperta della cultura mohawk non attraverso spiegazioni, ma attraverso la narrazione di racconti, miti, perfino barzellette e l’ illustrazione di oggetti simbolici, come le innumerevoli cinture sacre (wampum).
Il popolo mohawk sta cercando di fare i conti con la propria storia, di guarire le proprie ferite, e ha intrapreso un cammino, seppur con moltissime difficoltà, per ritrovare quella legge spirituale che l’impatto con la colonizzazione ha spazzato via.
Kalpana Das, in un incontro propedeutico all’immmersione nella cultura mohawk, ci ha ricordato che l’altro può aiutarci a scoprire noi stessi, ma non è ciò che noi pensiamo che sia. Non possiamo risolvere tutto concludendo che siamo uguali: la sfida è mettersi alla prova nell’incontro con gli altri e insieme agli altri. I Mohawk si portano dietro ferite profonde, che non sono però le nostre. Una parte importante del nostro cammino consiste nel divenire consapevoli del fatto che anche la nostra cultura tradizionale è stata colonizzata, violentata e in gran parte distrutta dalla modernità. Dove sono quindi le nostre radici? Dove possiamo cercarle?
Non conosciamo e non comprendiamo più il linguaggio dei simboli, che tuttavia sono stati la chiave, il mezzo attraverso il quale abbiamo «sentito» con il cuore la voce di un popolo e di una cultura ridotti al silenzio per secoli. Si tratta di ritornare alle nostre radici, di recuperare un modo di vivere e di sentire, una visione del mondo che non si possono semplicemente imparare. Un inizio è stato quello di trascrivere i nostri appunti, una volta tornati a casa, e di confrontarci rispetto a ciò che abbiamo ascoltato e vissuto, per poi tentare di trasporlo nella nostra vita, chi per cominciare, chi per continuare nel proprio percorso di ricerca. Il passo successivo dovrebbe essere la condivisione di questa esperienza e il confronto con la nostra «comunità», una tappa del percorso che tuttavia si dimostra perigliosa. Al rientro dal viaggio, una delle nostre guide ci ha domandato quale riscontro avevamo avuto presso la nostra comunità… ma quale comunità? Al di là dei legami familiari e amicali, possiamo dire di avere in una comunità il nostro punto di riferimento? Possiamo individuarla o circoscriverla? Il cammino è ancora lungo e soprattutto difficile, ma le questioni sollevate sono tante e meritano un incontro per condividerle, per confrontarci e per porne di nuove.

Note
1. Le cinque nazioni confederate diventeranno sei nel 1714.