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Venerdì 19 maggio 2017 ore 20.45
presso il Centro Natura - Sala del camino

via degli Albari 4/a - Bologna

 

collana InterCulture
già rivista dell’Istituto Interculturale di Montreal

presentazione del volume:

Vie di pace
 
intervengono:
Arrigo Chieregatti
direttore della collana

Antonio Genovese
pedagogista
 
Pace è consuetudine e scambio di vita fra gli uomini:
dalla famiglia al clan, al popolo, alla moltitudine delle genti.
Un cammino faticoso, perché l'uomo trova difficile
non mettersi al primo posto
considerando gli altri come vassalli.
Molte sono le vie della pace.
Questo volume ne esplora alcune.

 
scarica il programma dettagliato
 
Prefazione al n. 1 PDF Stampa E-mail
In un momento in cui si parla tanto di terrorismo e di anti-terrorismo, soprattutto dopo l’11 settembre 2001, ci sembra che non si parli abbastanza del ‘terrorismo del denaro’ nel cuore delle nostre vite e delle nostre relazioni quotidiane, sia in rapporto ai popoli del mondo, sia in rapporto al cosmo, alla realtà, alla vita stessa. Un terrorismo del denaro che per di più non è privo di un probabile legame con le cause dell’evento terroristico dell’11 settembre 2001.
 In questo e in uno dei prossimi numeri della rivista vi invitiamo a una riflessione e a un lavoro di ricerca/azione su questo argomento tabù, alla luce interculturale delle diverse tradizioni di saggezza dell’umanità1 .
Il difficile compito che ci proponiamo di svolgere è in primo luogo quello di smascherare l’ideologia pan-economica che ci tiene in pugno e invade le nostre vite, imponendo la sua tirannide/dittatura a noi e alla realtà stessa, al punto che si può parlare di schiavitù nei confronti del denaro e di un potere terroristico di devastazione e di morte che il denaro possiede. In secondo luogo, cercheremo di rispondere alla domanda: «Come sopravvivere e vivere in un mondo come questo?». La risposta non è semplice da formulare e ancor meno da mettere in pratica nel contesto attuale.
Si tratta di andare contro corrente? O non si tratta piuttosto di immettersi in quella corrente più profonda di cui nessuno di noi è padrone, cioè di passare dalla corrente della sicurezza monetaria e dell’astrazione a quella della fiducia cosmica e della Realizzazione (del radicamento nella Realtà)?
Il denaro invade letteralmente tutte le nostre vite e la nostra società, raggiungendo un grado di estensione e di profondità che troppo spesso sfugge alla nostra consape­volezza. Ci prende alla gola. Siamo i suoi schiavi. Tutto deve sottostare al denaro, anche la Realtà! Il denaro riduce tutto a sé. Uccide la Vita e la Realtà. Ci sta uccidendo.
Il problema non è tanto quello di non avere abbastanza denaro o di averne troppo, è quello di non essere più capaci di vivere senza denaro e di non avere più il diritto di vivere senza denaro. Il fatto che oggi non riusciamo più a vivere senza denaro, e senza averne sempre di più, è un segno eloquente di quanto sia profondo il solco che separa le nostre società sviluppate da ciò che siamo come esseri umani, dalla madre terra, e quindi dalla Realtà e da quel dono gratuito che è la Vita. Come dice un nostro amico africano, E. N’Dione, «il problema di oggi è la sistematica cancellazione della gratuità», e dunque della vita e di ciò che costituisce il nostro valore più profondo, quello dell’essere.
Il problema della povertà non può essere risolto col denaro, perché «il problema non è la povertà, ma la ricchezza», dice l’iraniano Majid Rahnema.2 Allora, che fare? Che cosa ne dicono le culture del mondo e le loro tradizioni di saggezza? Che cosa ne dice la Realtà, la Vita?
Nessuno, ovviamente, può decretare o forzare a priori il significato di una parola. Questo è vero anche per parole come economia, mercato, ricchezza, prezzo, denaro, sviluppo, modernità, terrorismo, ecc. Sarebbe sbagliato attribuire a queste parole un senso esclusivamente negativo o positivo. Non si tratta di condannare tutto ciò che rientra nelle nozioni di economia, denaro, scambio, ecc., e neppure di sostituire una cultura con un’altra, ma di affrontare le domande e le risposte in una prospettiva interculturale e in uno spirito di fiducia cosmica.
Presentiamo dunque una meditazione-azione sul «terrorismo del denaro», che occuperà due numeri della rivista. Questo primo numero introdurrà l’argomento, rivolgendosi al lettore in maniera diretta, con un linguaggio semplice e familiare. I due articoli intitolati «Valori monetizzati (the ‘Priced’) e valori non monetizzabili (the ‘Priceless’)» e «Una legge fatta dall’uomo» costituiscono una sorta di introduzione antropologica al fatto che il problema non sono ‘i poveri del terzo mondo’, ma i ricchi dei paesi occidentali cosiddetti sviluppati e la loro ideologia del ‘sempre di più’, la loro ‘psicosi del denaro’. Gli autori ci invitano a non aver paura di tutte le cose a cui non è possibile mettere il cartellino del prezzo.
Il secondo numero (in programma per l’anno prossimo) si collocherà in una prospettiva più filosofica (nel senso della sapienza dell’amore, non del semplice amore per la sapienza), cercando di approfondire il tema attraverso una riflessione analitica e alcune testimonianze dal mondo indigeno. La riflessione prenderà le mosse da un’analisi di alcuni dei nomi che possono essere dati al terrorismo del denaro, passando poi a illustrare brevemente alcune delle forme che questo terrorismo sta assumendo nei confronti dei popoli del mondo e nei confronti del cosmo e della Realtà (la Vita). In una seconda parte verranno proposte alcune piste alternative. Si parlerà di:
  1.   liberare le nostre menti dall’ideologia pan-economica e demonetizzare le nostre vite, andando al di là della semplice economia ‘di scambio’ e dell’economia ‘sociale’;
  2.   ricuperare la dimensione della ‘parentela’ e della ‘gratuità’ della Vita e della Realtà.
Il tutto sarà concluso da alcune testimonianze dal mondo indigeno.

Note

  1. Nella rivista Interculture abbiamo già affrontato la questione economica in una prospettiva interculturale, dapprima nel 1982 con il n. 77, Alternatives à la culture moderne: l’économie interculturelle, pp. 72 (edizione inglese: Cross-cultural Econo­mics), poi nel 1984 con il n. 84/85, Le développement, un requis universel?, pp. 64 (edizione inglese: Development, a universal requisite?). Nel 1988, il n. 98 dava la parola a Dominique Temple, che parlava di ‘economicidio’ (L’économicide, pp. 47; edizione inglese: Economicide). Nel 1990 abbiamo pubblicato un volume dal titolo Alternatives au développement (IIM, Montréal 1990, pp. 345) e un dossier di Alfredo De Romaña sull’economia autonoma (vernacolare). Nel 1992, l’IIM ha organizzato un convegno internazionale sul tema: «Vivere con la terra» (Living with the Earth) e ha lanciato un manifesto intitolato «La fine dello sviluppo» (The end of development). Nel 1993 ha pubblicato gli atti del convegno dell’anno precedente (Living with the Earth, pp. 270) e una breve sintesi dello stesso convegno nella rivista dell’IIM Horizons interculturels. Il 1994 ha visto la pubblicazione del n. 124, Les Highlands écossais dans une perspective coloniale et psychodynamique, pp. 40 (edizione inglese: The Scottish Highlands in Colonial and Psychodynamic Perspective), con articoli di A. McIntosh, A. Wightman e D. Morgan. Nel 1995 è uscito il n. 126, Régé­nération de la culture andine, pp. 56 (edizione inglese: Regeneration in the Andes). Nel n. 130, Priorités pour notre temps, pubblicato nel 1996, si indicava brevemente come prima priorità quella di «demonetizzare la cultura».
  2. Si veda il suo libro in francese: Quand la misère chasse la pauvreté, Fayard 2003.